Sabato 23 novembre, alle ore 9.30, a Bergamo, presso la sede della Fondazione Papa Giovanni XXIII, in via Arena 26, alla presenza di un folto pubblico, è stata presentata l’opera in tre volumi “Consul Dei. Adriano Bernareggi (1884-1953). Chiesa e società nell’Italia del Novecento”, a cura del dottor Alessandro Angelo Persico, per i tipi dell’Editrice Studium.
Dopo i saluti di benvenuto del Presidente della Fondazione, notaio Armando Santus e del Vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, il direttore della Fondazione, don Ezio Bolis, ha presentato il cardinale Luis Ladaria, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il porporato ha tenuto una lectio magistralis sul valore e il servizio della teologia alla vita della Chiesa. Quindi il professor Enrico Galavotti, docente di Storia del Cristianesimo presso l’Università di Chieti-Pescara, ha dialogato con l’Autore, che è ricercatore presso il Dipartimento di Storia e Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
L’opera ripercorre minuziosamente il lungo itinerario umano, culturale e spirituale di uno tra i più autorevoli esponenti dell’episcopato italiano nella prima metà del Novecento, legato da vincoli di profonda amicizia con il futuro Papa Giovanni XXIII.
Milanese, dopo aver completato la sua formazione giuridica e teologica a Roma, Bernareggi insegna nel Seminario di Milano contribuendo alla riforma degli studi ecclesiastici. Dotato di una spiccata sensibilità artistica, dirige la rivista «La Scuola Cattolica» facendo di essa uno strumento per l’aggiornamento culturale e il rinnovamento della liturgia e degli studi biblici.
Approdato all’esperienza pastorale diretta come parroco di San Vittore al Corpo, negli anni del fascismo si prodiga per favorire una cultura democratica, dove alla Chiesa sia garantita libertà di azione e i cattolici possano contribuire alla crescita sociale e civile del Paese.
Eletto vescovo coadiutore di monsignor Marelli alla sede di Bergamo, Bernareggi percepisce i primi venti di crisi della societas christiana e incentra il suo programma episcopale su un modello di Chiesa caratterizzata da un forte cristocentrismo e perciò anche capace di dialogare con la cultura moderna. Nel suo ventennale ministero episcopale, promuove il rinnovamento liturgico, offre spunti importanti per ripensare l’identità e la missione sacerdotale, incoraggia le forme di partecipazione democratica del laicato cattolico alla vita politica, ipotizza un nuovo concilio e coltiva un progetto di riforma ecclesiale.
Suonano del tutto pertinenti le parole pronunciate ai suoi funerali, il 27 giugno 1953, dal patriarca di Venezia, cardinale Angelo Giuseppe Roncalli: «Gran perdita per l’episcopato italiano… Monsignor Adriano Bernareggi godeva di un’alta fama nel mondo ecclesiastico, e io vi posso dire, non nell’ambiente ecclesiastico e civile d’Italia solamente, come di prelato da non poter misurarsi col metro comune».
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