Nella Comunione dei Santi
In questi ultimi tempi alla Fondazione sono giunte offerte con la richiesta di ricordare nella preghiera persone defunte o che si trovano in situazioni di difficoltà e di malattia, complice la pandemia.
Dopo un’attenta riflessione, abbiamo pensato che anche questo è un modo per condividere la spiritualità che san Giovanni XXIII ha vissuto e insegnato. A illustrazione di ciò, presentiamo una piccola antologia di alcune sue espressioni, tratte dalle lettere ai suoi familiari, nelle quali ricorda il profondo significato che ha per i cristiani la preghiera di suffragio per i defunti e la celebrazione di Sante Messe per varie intenzioni.
Non si tratta soltanto di pratiche devozionali, ma di un modo concreto di vivere quella Comunione che lega tutti i battezzati in Gesù Cristo, anche al di là della morte, offrendo qualcosa come segno del nostro desiderio di unirci al Signore che dona la vita per noi, per la Chiesa e per il mondo.
«Giovedì prossimo sarà il 2° anniversario della nostra cara mamma. Non occorre che sia così solenne come quello dell’anno scorso che era il 1°. Però bisogna fare qualche cosa. Vedete voi di combinare per il meglio. Avvertite però che anche i fratelli devono concorrere in qualche cosa, anche se minima. Perché il suffragio non ha merito se non è accompagnato da un po’ di sacrificio: e non ha merito per loro se la parte spesa è sostenuta solamente dal fratello vescovo. Mi ricordo che il nostro caro padre di tratto in tratto faceva dire delle Sante Messe per i morti, e pagava lui. Quello era denaro sacro, perché contava come una preghiera di tutta la famiglia e aveva benedizione per tutti e per ciascuno»
(Lettera alle sorelle del 16 febbraio 1941)
«Ho voluto suffragare la nostra defunta con larghe elemosine ai poveri che qui sono tanti e così miserabili. Farò qualche cosa anche per i poveri di Bergamo e di Sotto il Monte… Anche voi, secondo le vostre forze, da poveri con i poveri, non mancate di essere caritatevoli. La carità attira le grazie e le benedizioni sopra le case»
(Lettera ai familiari del 28 febbraio 1939)
«Il venerdì di Passione io ero solito celebrare la Santa Messa dell’Addolorata per la mamma, perché quella era la sua devozione. Ora l’ho invece celebrata con particolare intenzione per le cognate Maria, Caterina, Ida e per i particolari dolori e per le intenzioni di ciascuna di loro» (Lettera ai familiari del 4 aprile 1939)
«Questa è una data sacra per tutti noi nel ricordo nel nostro caro padre… La preghiera mi uscì più ardente dal cuore e dalle labbra nella Santa Messa che ho celebrato in suo suffragio. E ho richiamato intorno alla sua memoria non solo la mamma, ma tutti gli altri nostri morti e vivi. Egli con tutti i morti pregherà per noi»
(Lettera ai familiari del 28 luglio 1941)
«Io ho cominciato i suffragi e celebrerò parecchie Sante Messe io stesso, e farò pregare le anime religiose di Parigi e di Francia»
(Lettera alla sorella Assunta del 19 aprile 1948)
«Io proseguo a dire ora 30 Sante Messe cosiddette Gregoriane, a cui è legata la buona opinione che siano efficaci per la completa liberazione dalle pene del Purgatorio»
(Lettera ai familiari del 28 febbraio 1939)
«Da parte mia, io comincerò domattina la celebrazione di 30 Sante Messe Gregoriane, cioè Messe senza interruzione, alle quali, secondo la dottrina di san Gregorio Magno, è assicurata la salvezza eterna e il riposo dell’anima per cui vengono celebrate»
(Lettera al fratello Giuseppe del 3 dicembre 1951)
Chi volesse affidare preghiere e celebrazioni di Sante Messe per particolari intenzioni, può utilizzare le indicazioni riportate su questo sito, alla sezione “Fondazione- Nella comunione dei Santi”.