Ai più giovani di me dico, chiudendo, una parola sola:
continuate l’opera democratica cristiana,
migliorandola, estendendola.
Nicolò Rezzara, Il Campanone, 25 febbraio 1905
Il quarto convegno nazionale dell’Opera dei congressi, svoltosi nell’autunno del 1877 a Bergamo, fu il battesimo del movimento sociale cattolico orobico. Gli episcopati di Camillo Guindani (1879-1904) e Giacomo Maria Radini Tedeschi (1905-14) ramificarono l’associazionismo in tutta la diocesi. Alle sfide del progresso, in una provincia rurale, il cattolicesimo bergamasco rispose costruendo organismi d’assistenza, creditizi e sindacali, coordinati nel Comitato diocesano dell’Opera. Circoli giovanili, casse rurali, mutue soccorso, senza dimenticare la scuola, le congregazioni religiose e iniziative come il Piccolo Credito e L’Eco di Bergamo, interpretarono la modernizzazione provinciale in armonia con la tradizione religiosa e la devozione popolare. Questo dinamismo si spinse poi sul terreno amministrativo, attraverso una difficile intesa con i liberali. La partecipazione democratica favorita dal cattolicesimo, moderando il non expedit, accompagnò la maturazione civile della provincia, favorendo così l’incontro fra masse e Stato risorgimentale. Il convegno ripercorre gli episcopati di Guindani e Radini Tedeschi, sciogliendo rappresentazioni storiche e giornalistiche aneddotiche e ormai logore. Mentre la ricerca ha cristallizzato l’immagine di un cattolicesimo ostile alla società laica, l’intransigentismo che animò questo sforzo associazionistico maturò un’eredità solida, poi reinterpretata nel secondo dopoguerra, durante l’egemonia democristiana. Studiare le radici da cui è cresciuto il tronco del movimento cattolico bergamasco significa allungare lo sguardo fino al presente, interrogandosi sull’eredità di un impegno in grado di orientare nel lungo periodo le trasformazioni del territorio verso una piena coscienza nazionale e civile.