I protagonisti del Concilio Vaticano II
Il corso si propone di ricostruire gli obiettivi, i contenuti, le fasi e le questioni principali del Vaticano II a partire da diari, lettere, e note personali di alcuni protagonisti del Concilio. Questo approccio consente di porre in evidenza non soltanto i nodi teologici dibattuti, ma anche le maggiori risonanze “spirituali” che l’evento ha avuto in coloro che ne furono i principali attori. Queste testimonianze hanno una grande rilevanza non solo perché ritrasmettono fatti minori, episodi segreti, vicende private, battute confidenziali, ma anche perché consentono un’analisi “dal di dentro” della dinamica che caratterizza il Concilio.
Ogni lezione esamina gli scritti personali di alcune grandi figure che hanno partecipato ai lavori conciliari, facendone emergere il rilievo umano, teologico e spirituale. La presentazione viene condotta secondo un ordine che procede per ruoli. Anzitutto gli scritti dei Papi: Giovanni XXIII e Paolo VI. Poi quelli dei Padri conciliari vescovi: il cardinali Suenens e Lercaro, card. Siri e Ottaviani. Poi è la volta di figure carismatiche come Helder Camara. Segue l’esame dei diari dei maggiori teologi: Chenu, Congar, Daniélou e De Lucac. Quindi le note degli osservatori non cattolici, come Barth, delle donne presenti al Concilio (Goldie) e dei giornalisti: Spada, Tucci e Fresquet.
Pur appartenendo a un unico genere letterario, questi testi sono molto diversi tra loro, riflettono differenti sensibilità spirituali, ruoli ecclesiali, formazioni teologiche. Anche la forma varia: per esempio, mentre quello di Camara e di Lercaro sono diari in forma epistolare, quelli di De Lubac e di Congar hanno la forma di memoriali. Diversa è pure la frequenza con cui vengono scritti: giornaliera per alcuni, più rara e irregolare per altri. Infine, differente è lo stile: qualcuno si limita ad annotazioni molto asciutte e stringate, altri si diffondono con dovizia di particolari.