Venerdì 25 novembre 2016, alle ore 17.00, presso la Fondazione Papa Giovanni XXIII, in via Arena 26 (Bergamo Alta) viene presentato il volume di A.G. Roncalli – Giovanni XXIII, «La vita diocesana». II. Nella temperie moderna, 1911-1912 (Edizioni Studium, Roma 2016, pagine 462).
All’incontro interviene mons. Pierbattista Pizzaballa, vescovo di Gerusalemme, in dialogo con don Ezio Bolis, direttore della Fondazione Papa Giovanni XXIII, e il prof. Francesco Mores, curatore dell’opera. La pubblicazione fa parte del progetto “Roncalli e Bergamo” promosso dalla Fondazione Papa Giovanni XXIII con il sostegno della Fondazione Banca Popolare di Bergamo. Nella temperie moderna (1911-1912) rappresenta l’elemento centrale del trittico su Roncalli e «La vita diocesana». Se il primo volume – All’ombra di san Carlo Borromeo (1909-1910) – ha offerto al lettore la chiave d’accesso al mondo del giovane segretario del vescovo di Bergamo Giacomo Maria Radini Tedeschi, il secondo tomo consentirà di compiere un passo ulteriore. Il sottotitolo, Nella temperie moderna, consente di intravvedere il filo dell’opera: il rapporto con la modernità e la distanza dal “modernismo”.
Nel volume ci sono tracce significative di iniziative pastorali nuove e interessanti, come i pellegrinaggi a Roma, a Lourdes e in Terra Santa, promossi e presieduti dal vescovo di Bergamo, monsignor Radini Tedeschi, di cui don Roncalli è segretario. È lo stesso Roncalli a spiegarne il significato in una nota del maggio 1909 su La vita diocesana: «I due ultimi pellegrinaggi recentemente condotti l’uno a Lourdes, lo scorso settembre, e questo a Roma, hanno lasciato in quanti ivi presero parte le più dolci e più care impressioni, e un desiderio vivo di ripeterli ancora. È questo l’indizio migliore della loro riuscita e un incoraggiamento a ritentare queste forme di manifestazione del sentimento religioso, che fanno molto bene allo spirito mentre lo sollevano e lo istruiscono grandemente». E sul numero di febbraio del 1912 il futuro papa offre una bella presentazione di una guida spirituale per i pellegrini in Palestina, scritta da mons. Radini. Oltre che ai pellegrini in Terra Santa, il libro è raccomandato anche ai fedeli che «non potranno recarsi colà se non in spirito». Nelle pagine introduttive del manuale per il pellegrino in Terra Santa, monsignor Radini invita a un atteggiamento di rispetto verso i musulmani, considerando anche il fatto che si dimostrano «fedeli – e forse molti in buona fede – alle prescrizioni della loro religione». La loro fedeltà può anzi essere un esempio per i cattolici, facendoli arrossire della loro «freddezza».
Roncalli compie la sua prima visita in Palestina tra il settembre e l’ottobre 1906, nel corso del III pellegrinaggio nazionale in Terra Santa, presieduto dal vescovo di Bergamo. Don Roncalli redige appunti molto dettagliati dei luoghi visitati, che vengono pubblicati a puntate anche sul quotidiano L’Eco di Bergamo. Quelle note fanno emergere un Roncalli capace di osservare, di guardare, di contemplare il creato, nella sua bellezza e anche nella sua drammaticità. Egli fissa con pennellate vivaci panorami mozzafiato, scenari suggestivi, luoghi incantevoli. A questo pellegrinaggio ne seguiranno altri, soprattutto negli anni in cui sarà delegato apostolico in Turchia e Grecia. Il pellegrinaggio in Terra Santa rappresenta per Roncalli un’esperienza di incontro con l’Oriente e quindi anche il contatto con il mondo ottomano, musulmano e dei cristiani delle chiese separate da Roma.
Prima di essere nominato da papa Francesco arcivescovo e amministratore apostolico di Gerusalemme, monsignor Pierbattista Pizzaballa, frate francescano nativo di Cologno al Serio, è stato per oltre dodici anni Custode di Terra Santa e padre guardiano del Monte Sion.
Oltre a una formidabile preparazione teologica e biblica, padre Pizzaballa ha maturato una profonda esperienza “forgiata sul campo”.
Per oltre un decennio è stato a capo della Provincia francescana che comprende, oltre a Israele e Palestina, diverse zone martoriate dalla guerra e dalle persecuzioni (come Siria ed Egitto).
Il suo punto di vista, autorevole e privilegiato, è quanto mai prezioso e offre un contributo qualificato per comprendere la complessa situazione nella quale vivono oggi i cristiani in Medio Oriente.
La foto di mons. Pierbattista Pizzaballa è gentilmente concessa da Antonella Ruggeri